a cura del Dott. Luigi Troli

Nel contesto dell’attività di impresa, con l’espressione check-up aziendale, si è soliti indicare una procedura volta ad accertare lo stato di salute dell’azienda e, successivamente, a proporre una o più soluzioni ai problemi eventualmente emersi.
Oggetto dell’attività può essere sia l’intera azienda sia alcune sue parti; in ogni caso è bene avere una buona conoscenza delle leggi e delle tecniche che la regolano e che consentono all’analista esterno di interpretarne il funzionamento. Per eseguire il check-up aziendale è opportuno progettare e adottare una procedura per la preparazione dell’intervento e per la sua esecuzione seguendo un iter logico come di seguito illustrato:

1. Inquadrare l’azienda secondo la sua dimensione, l’attività esercitata, il ciclo produttivo, la sua struttura ed ogni altro elemento utile a definirne le caratteristiche
2. Suddividere l’azienda in parti, in base al ruolo e alla funzione che ciascuna di esse ricopre nell’ambito della gestione
3. Individuare delle aree critiche per decidere su quali di esse approfondire l’analisi
4. Rilevare e raccogliere dati da elaborare con appositi indicatori costruiti per l’azienda e che consentono all’analista esterno la formulazione di un giudizio di sintesi
5. Proporre gli interventi che si ritengono utili ed opportuni.

Il check-up economico finanziario
Come detto, l’attività di check-up implica l’analisi delle aree gestionali dell’azienda senza tralasciarne nessuna, perché in ognuna potrebbe nascondersi un focolaio di inefficienza o di perdite che potrebbe estendersi all’intera azienda con effetti spesso imprevedibili.
Il check-up economico-finanziario si articola nelle seguenti aree di analisi:
- situazione economica: in quest’area, vengono esaminati il livello dei componenti del reddito e il livello dei costi sostenuti per verificare l’andamento del margine e monitorare, una volta stabilito il ricavo, la quota di reddito ipotizzata;
- situazione finanziaria: in quest’area, si analizza la dinamica della liquidità attraverso un’analisi del comportamento dei flussi monetari relativi agli incassi e ai pagamenti, nonché ai crediti e ai debiti;
- strutture fisse impiegate: in quest’area, si analizzano tutti i fattori produttivi che sono legati durevolmente all’azienda e che generano costi fissi come, ad esempio, le immobilizzazioni sia di proprietà, che in locazione o il personale impiegato in modo continuativo.
Una volta individuate le aree di analisi, dobbiamo illustrare con quali strumenti adottare il controllo economico e il controllo finanziario.

Gli strumenti del controllo economico
Vi sono strumenti di natura prevalentemente quantitativa e monetaria e fra essi quelli più frequenti sono:

- La contabilità generale e analitica: da questo strumento si ricavano i movimenti dei conti accesi a componenti reddituali rilevati nell’esercizio;
- Indici di redditività: sono ricavabili dal Conto economico e indicano il peso dei singoli costi sul totale o sul fatturato; individuano il margine di contribuzione e, allorquando si prenda in considerazione la quantità di investimenti, si potranno calcolare indici di redditività come il ROI e il ROS.

Gli strumenti del controllo finanziario
Gli strumenti per il controllo finanziario sono più limitati, perché è ridotto l’oggetto di indagine e la dinamica finanziaria è un fenomeno complesso. In definitiva, tali strumenti sono:

- la contabilità generale e analitica: da questo strumento si ricavano i movimenti dei conti accesi a partite finanziarie (cassa, banche, crediti e debiti) rilevati nell’esercizio; attraverso esso si può tracciare l’andamento dei flussi di cassa, con un prospetto come il tableau de board, che è uno strumento efficace per il controllo della dinamica finanziaria;
- il ciclo di cassa: è un indicatore che misura la durata del periodo che intercorre fra l’esborso e l’incasso e segnala il grado di potenza finanziaria dell’azienda;
- il prospetto fonte-impieghi: è essenziale per comprendere se sussista un rapporto equilibrato fra investimenti e finanziamenti;
- il preventivo monetario: permette di ipotizzare l’andamento dei flussi di cassa per poi confrontarli con le rilevazioni a consuntivo e analizzare le cause di eventuali scostamenti e avere elementi utili per programmare periodi successivi. È uno strumento che si apprezza in sede previsionale perchè permette di scorgere con un certo anticipo i periodi in cui si potranno verificare tensioni monetarie.