Un nuovo modello di business per i Confidi
 
 
 

a cura di Luca Salvi

Un nuovo modello di business per i Confidi


Aggregazioni, incorporazioni, fusioni tra Confidi, Confidi di grandi dimensioni, Mega-Confidi, vigilati e non: qual è il modello di confidi più adatto alle PMI del territorio?
Secondo alcuni attenti osservatori per affrontare le sfide del mercato attuale il Confidi dovrà conservare la sua mission di supporto alle PMI nella facilitazione di accesso al credito, in modo tale da mantenere il proprio ruolo storico all’interno della catena del valore, nello stesso tempo, però, dovrà dotarsi di un modello di business sostenibile dal punto di vista economico che renda la struttura indipendente dalle pressioni degli stakeholder almeno per quanto riguarda la gestione operativa.
Il raggiungimento di tale obiettivo non è semplice ed è reso ancor più arduo dalla necessità dei confidi, ed in particolare quelli vigilati, di mantenere una massa critica adeguata ad ammortizzare i costi fissi della vigilanza.
Il Confidi dovrebbe:

- creare valore;
- essere strutturato;
- essere economicamente sostenibile.

Deve avere un ruolo coerente con la sua mission storica di sostegno alle PMI finalizzato alla facilitazione dell’accesso al credito. Nell’attuale contesto di mercato però la sola garanzia non è in grado di produrre una marginalità sufficiente ad assicurare la sostenibilità economica del business per cui si rende necessaria un’evoluzione nell’operatività. Il Confidi deve ampliare e innovare la propria offerta estendendola all’introduzione di nuovi servizi di facilitazione dell’accesso al credito.
Oggi il credito si è ridotto, lo dice Banca d’Italia, soprattutto per le microimprese e le imprese più rischiose e fra le cause di tale fenomeno c’è una minore propensione delle banche a finanziare clientela di piccola dimensione a causa della maggiore incidenza dei costi fissi e della difficoltà ad adattare i metodi di valutazione del merito di credito. Per le banche fare credito alle imprese di piccole dimensioni è diventato costoso in quanto la valutazione di tali imprese è molto complessa e le piccole dimensioni delle operazioni di credito rendono i margini di interesse molto contenuti.
Questo stato di cose potrebbe rappresentare un’opportunità per i confidi, i quali hanno un preciso posizionamento nella catena del valore del credito. Essi potrebbero infatti offrire prodotti e servizi molto diversi dalla garanzia che possano permettere alle PMI l’accesso al credito e determinare, allo stesso tempo, una marginalità positiva per i confidi stessi.
I Confidi potrebbero offrire alle banche un servizio di valutazione del merito creditizio per sbloccare operazioni di finanziamento a costi molto più contenuti di quelli che applicherebbe la banca stessa; potrebbero servire le PMI come consulenti d’impresa in tutti quei casi in cui per l’erogazione di un finanziamento è necessaria la presentazione di un progetto di investimento su cui la banca andrà a fare le proprie valutazioni; potrebbero erogare direttamente credito di piccolo importo alle PMI, soprattutto quelle di piccole dimensioni, tenendo conto che questa possibilità è oggi riservata soltanto ai confidi iscritti all’Albo ex art. 106 TUB (confidi vigilati).
Tutti prodotti e servizi caratterizzati da una buona marginalità e al contempo da un rischio di credito basso o quasi nullo, coerenti con la mission di supporto alle PMI finalizzati all’accesso al credito e con costi contenuti.